'Stop Austerità': prosegue la raccolta firme PDF Stampa E-mail
Scritto da Antonio Parente   
Lunedì 08 Settembre 2014 10:57

Fare il punto sulla situazione economica e sociale del Paese, su quali sono le attese degli italiani e il loro atteggiamento nei confronti della politica e della crisi economica. Sono questi i temi di cui si è discusso oggi, 6 agosto, nella conferenza stampa organizzata presso la sala Nassirya del Senato dal Comitato Promotore del Referendum Stop Austerità, di cui fa parte il segretario confederale della CGIL Danilo Barbi, sulla base dei risultati di  una ricerca di Opinione Pubblica dell’Istituto Piepoli. Oltre al Prof. Gustavo Piga Presidente del comitato, la discussione ha visto la partecipazione di diverse personalità della politica.

Partita il 3 luglio, proseguirà fino al 30 settembre, con banchetti in tutta Italia, la raccolta firme per la campagna referendaria per cambiare la legge sul Fiscal Compact: 'SI' alla fine dell’austerità, SI' all’Europa del lavoro e di un nuovo sviluppo'. Gli italiani sono chiamati a firmare per i 4 quesiti referendari, per esprimersi contro l'austerità e a favore dello sviluppo e del lavoro. I 4 quesiti referendari hanno per oggetto alcune disposizioni della legge 243 del 2012 che dà attuazione al principio di equilibrio del bilancio pubblico, introdotto nella Costituzione con la legge costituzionale n.1 del 2012, sono già stati presentati nella Gazzetta Ufficiale n. 135 pag. 49, del 13 giugno. Con i 4 SI' si intendono abrogare i passaggi della legge 243 che impongono vincoli aggiuntivi rispetto alle norme europee e al Fiscal Compact e apriranno la strada a una rivisitazione complessiva delle politiche macroeconomiche europee.



Quella del referendum 'Stop Austerità' è una “grande battaglia”, hanno ribadito i promotori, per evitare il “quarto anno di recessione” anche alla luce dei “preoccupanti” dati sul Pil diffusi oggi dall'ISTAT che registrano il calo dello 0,2% nel secondo trimestre del 2014 (aprile-giugno) dopo il -0,1% del primo trimestre, dunque il Paese è in “recessione tecnica”. La strada da percorrere non è quella delle politiche di austerità, ma quella degli investimenti pubblici. Solo così l'Italia potrà tornare al centro dell'Europa e l'Europa al centro del mondo.

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Ultimo aggiornamento Lunedì 08 Settembre 2014 11:21
 
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